La via di Stanford per un futuro “green”

La via di Stanford per un futuro “green”

Come aumentare la quantità di energia prodotta e, al contempo, diminuire le emissioni di gas e particelle in atmosfera e ridurre a zero l’uso di petrolio e gas per trasporti, riscaldamento e refrigerazione, industrie, agricoltura, arboricoltura e pesca?

Cosa accadrebbe se il mondo intero fosse sostenuto esclusivamente da energie rispettose dell’ambiente?

Le risposte a queste domande prova a fornircele l’Università di Stanford, la quale non ha solo sviluppato le tabelle di marcia che dovrebbero utilizzare 139 Stati di tutto il mondo per coprire il proprio fabbisogno energetico con sole fonti rinnovabili entro l’anno 2050, ma ha anche calcolato l’impatto che l’attuazione di tale progetto avrebbe su domanda energetica, occupazione, mortalità, costi e occupazione del suolo (vedi le infografiche dal sito The Solutions Project).

Alla metà del secolo, secondo il piano progettato dagli accademici americani, l’Italia potrebbe soddisfare l’80,4% del proprio fabbisogno energetico attraverso le energie solari e coprire la parte mancante utilizzando energia eolica (11,9%), idroelettrica (5,1%), marina (2%) e geotermica (0,6%).

Italia ed energie rinnovabili (Infografica da The Solutions Project)

Infografica da The Solutions Project (http://thesolutionsproject.org/)

 

Raggiungere l’obiettivo di utilizzare esclusivamente fonti pulite al posto di quelle combustibili e migliorare l’efficienza energetica potrebbe voler dire non solo diminuire i costi (6.174 euro risparmiati per persona ogni anno) ed utilizzare molta meno energia (- 34,39%) ma anche incrementare i livelli occupazionali (costruire e rendere operative le infrastrutture necessarie darebbe lavoro – nei prossimi quarant’anni – a oltre 906133 persone) e diminuire la spesa sanitaria causata da inquinamento atmosferico e riscaldamento climatico (lo studio calcola che si eviterebbero ogni anno 20.246 morti e un risparmio di circa 194 miliardi di dollari che ripagherebbe in un anno e mezzo la spesa per l’attuazione del piano).

Benefici per l’ambiente, l’economia, la salute e l’occupazione: cosa non quadra? Forse, come conclude la ricerca dell’Università californiana, se “lo studio rileva che la conversione […] è tecnicamente ed economicamente fattibile” permangono ancora “ostacoli di natura sociale e politica”.

[Foto di copertina | Pixabay | Licenza CC0]

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