Dell’eccessiva produzione di rifiuti alimentari nel mondo avevamo parlato un mese fa.
Nel frattempo il tema è diventato molto discusso in Europa: il 21 maggio scorso l’Assemblea Nazionale francese ha approvato tre emendamenti contenenti misure anti-spreco e, complice l’Esposizione Universale di Milano, il dibattito ha preso il via anche in Italia – smuovendo le coscienze di un Paese nel quale, appena un anno fa, il Ministero dell’Ambiente scriveva in un comunicato “6 italiani su 10 non mettono in relazione ai danni ambientali lo spreco di cibo”.
Un insulto alla società, al bene comune, all’economia del nostro come di ogni altro Paese (Sergio Mattarella)
Lo chef Massimo Bottura ha avuto l’idea di organizzare una grande mensa dove saranno cucinati gli avanzi dell’Expo.
Sapere che solo un quarto del cibo buttato ogni anno potrebbe sfamare tutta la popolazione che non ha da mangiare, deve imporre di riflettere (Massimo Bottura in un’intervista all’Espresso)
Del problema si è occupato anche il Pontefice durante l’incontro con i delegati della Conferenza della Fao.
Preoccupano molto le statistiche sugli sprechi. La sobrietà non si oppone allo sviluppo, anzi, è ormai evidente che è diventata una sua condizione (Papa Francesco)
Il Governo Italiano ha annunciato oggi di voler imitare i provvedimenti presi in Francia e l’Enea, nel Rapporto Annuale sull’Efficenza Energetica presentato ieri, sembra spingere in quella direzione: “forti risparmi potrebbero derivare dall’agrifood, con la lotta agli sprechi alimentari, il cibo a “km zero” e tecnologie ad alta efficienza nella grande distribuzione (sistemi refrigeranti e illuminazione) e nella logistica”.
Cosa prevedono gli emendamenti approvati dall’Assemblea Nazionale francese come soluzione al problema?
I rivenditori di prodotti alimentari avranno l’obbligo di adottare ogni misura atta a prevenire lo spreco; gli alimenti invenduti dovranno essere donati o utilizzati come alimentazione per animali o come compost a scopo agricolo o energetico. Le aree commerciali di dimensioni superiori ai 400 m² saranno obbligati a concludere accordi con enti di beneficenza per facilitare la donazioni del cibo invenduto.
Il Ministero dell’Ambiente francese parla di 7,1 milioni di tonnellate di rifiuti alimentari prodotti ogni anno.
In Italia – si legge in un documento del Ministero dell’Ambiente – la generazione di rifiuti alimentari provoca uno spreco di 8,1 miliardi di euro l’anno: una cifra che mette i brividi se teniamo conto del frangente economico nel quale viviamo, del numero crescente di persone che ogni giorno si rivolgono a strutture caritative e dei danni ambientali causati dallo spreco delle risorse utilizzate per produrre cibo inutilizzato o da un’errata gestione dei rifiuti alimentari.
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