“Questo rapporto mostra che non esistono soluzioni rapide: sarà necessario un approccio responsabile alla gestione del ciclo di vita delle materie plastiche per ridurre il loro impatto su oceani ed ecosistemi”
Achim Steiner (Direttore Esecutivo UNEP)
L’utilizzo di plastica biodegradabile non ha diminuito la quantità di rifiuti plastici negli oceani né il rischio chimico portato da questi: l’allarme arriva da un rapporto dell’Onu “Biodegradable Plastics and Marine Litter. Misconceptions, Concerns and Impacts on Marine Environments“, pubblicato dall’UNEP lo scorso martedì 17 novembre.
Secondo tale rapporto la biodegradazione completa delle plastiche avverrebbe raramente – se non mai – e solamente in condizioni difficili da realizzarsi in mare.
Il processo di biodegradazione dei polimeri, infatti, risulta strettamente dipendente dalle temperature: per molte plastiche biodegradabili la disintegrazione completa avviene a condizioni realizzabili solo industrialmente come un’esposizione prolungata a temperature superiori ai 50 gradi centigradi.
Secondo il rapporto dell’UNEP, inoltre, l’etichettatura dei prodotti come “biodegradabili” verrebbe interpretata da molti come una soluzione tecnologica alternativa alla modifica delle abitudini, deresponsabilizzando l’individuo e aumentando la sua propensione alla produzione di rifiuti.
PER APPROFONDIRE:
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Biodegradable Plastics & Marine Litter – Misconceptions, concerns and impacts on marine environments (UNEP)
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Cinque cose da sapere sull’inquinamento da plastica dei mari (Blog di Eneracque)
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