Neve d’amianto

Neve d’amianto

Molti tra voi avranno ben scolpita nella memoria la celebre scena del “Mago di Oz” nel quale Dorothy e i suoi compagni vengono sorpresi dalla neve in un campo di papaveri.

Altri ricorderanno il finale de “La taverna dell’allegria“, quando Bing Crosby e il resto del cast cantano “White Christmas” mentre tutto attorno si tinge di bianco.

Pochi tra voi sapranno che tutti quei fiocchi di neve erano in realtà fibre d’amianto.

L’amianto, infatti, fu utilizzato per simulare la neve nel cinema almeno fino agli anni cinquanta. Nello stesso periodo fibre d’amianto furono commercializzate come neve artificiale anche per uso domestico.

L’utilizzo della neve d’amianto è ormai lontano nel tempo: impossibile valutarne l’impatto sulle persone che hanno decorato i loro alberi di natale con la “Pure white snow” e su quelle che hanno gravitato attorno alla Hollywood della prima metà del novecento.

Possiamo esser certi però che le conseguenze sulla salute portate da questa finta neve siano state abbastanza limitate, trattandosi di esposizioni sì massicce ma occasionali e/o stagionali: l’amianto è maggiormente pericoloso quando l’esposizione alle sue fibre è continua e durevole nel tempo.

In Italia si racconta della nevicata d’amianto a Broni nel 1990 e delle sfide a “palle di neve” a Bologna negli anni settanta e ottanta. Ma quelle, purtroppo, sono altre storie.

[Foto di copertina | Pixabay | Licenza CC0]

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