Crediamo che la creazione di un mondo migliore passi anche attraverso la diffusione di una cultura del rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali: la loro salvaguardia è non solo uno dei temi centrali della nostra attività ma soprattutto questione fondamentale per il futuro dell’umanità e di tutti gli esseri viventi.
L’occasione per affrontare nuovamente il problema dell’inquinamento marino ce la offre Legambiente che ha pubblicato ieri 24 maggio i dati relativi a “Beach Litter 2015”, un’indagine sui rifiuti presenti in 54 spiagge del Mar Mediterraneo (29 italiane).
Nelle spiagge italiane monitorate dall’associazione ambientalista sono stati rinvenuti 22.114 rifiuti – 17 rifiuti ogni cento metri quadri, +5 rispetto al 2014 –, l’80% di questi in plastica – erano il 65% nel 2014.
Regine incontrastate dei rifiuti da spiaggia sono le bottiglie di plastica: rappresentano il 10,3% dei rifiuti spiaggiati d’Italia.
Risulta particolarmente significativo come l’83% dei rifiuti sia stato rinvenuto in prossimità di scarichi, fossi e foci di corsi d’acqua: un dato che non solo la dice lunga sulla diffusione nel nostro Paese dell’abitudine di smaltire rifiuti attraverso il wc ma anche sull’inefficienza dei sistemi depurativi.
I rifiuti non giungono alle spiagge e in mare solo attraverso la rete fognaria: sono spesso attrezzatura da pesca dispersa, rifiuti urbani ed industriali dispersi, non trattati correttamente o – più semplicemente – abbandonati.
Le conseguenze della gestione irresponsabile dei rifiuti sono disastrose per la fauna marina, l’ecosistema, la catena alimentare e l’economia (in particolare per la pesca ed il turismo): molti dei rifiuti che finiscono in mare – ad esempio le plastiche, le lenze da pesca, i mozziconi di sigarette, i cotton fioc – si frammenteranno (nel corso di decenni o secoli) ma resteranno nell’ambiente per sempre.
Nel suo rapporto, Legambiente ricorda come la Direttiva 2008/56/CE avesse posto come obiettivo il raggiungimento di un buono stato ecologico per le acque marine di ogni Stato membro entro il 2020.
L’Italia dovrà darsi molto da fare nel prossimo quinquennio per raggiungere l’ambizioso traguardo posto dalla Direttiva ed ognuno di noi potrà dare il suo contributo utilizzando le attenzioni dovute ed attribuendo la giusta importanza allo smaltimento dei rifiuti.
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