Il titolo di questo post potrebbe ricordare qualche film di fantascienza degli anni sessanta ma si riferisce a problemi e soluzioni reali ed attuali.
I coralli sono tra le specie viventi una delle più recettive nei confronti dei metalli pesanti e una delle maggiori vittime di questi agenti inquinanti.
Essendo i coralli particolarmente efficienti nell’assumere i metalli pesanti, perché non replicarne artificialmente la struttura per assorbire questi agenti inquinanti dalle acque?
L’idea è stata sviluppata dai ricercatori dell’Università cinese Anhui Jianzhu di Hefei utilizzando un materiale già adoperato per l’assorbimento di inquinanti, l’ossido d’alluminio: rispetto ai risultati ottenuti dall’utilizzo tradizionale di quest’ultimo, i coralli-replicanti riescono a rimuovere mercurio dalle acque in quantità maggiori di 2 volte e mezzo.
Imitare le caratteristiche recettive degli organismi viventi che più patiscono l’inquinamento potrebbe aiutare i ricercatori a trovare soluzioni più efficaci a problemi ambientali come quello della presenza dei metalli pesanti nella acque.
Lo sviluppo industriale e le attività dell’uomo contemporaneo hanno rilasciato nelle acque quantità abnormi di mercurio, piombo e arsenico.
Questi metalli pesanti vengono assunti attraverso le acque da piante ed animali, entrando anche indirettamente nella catena alimentare dell’uomo.
I danni alla salute dell’uomo sono gravi e noti: ne abbiamo già parlato in un altro post.
Per comprendere la gravità del “problema-mercurio”, basta citare un dato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: nelle comunità la cui sussistenza è basata sulla pesca sono rilevati deficit cognitivi causati dal mercurio in un numero di bambini compreso tra 1,5 e 17 ogni mille.
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