Nelle fognature si nasconde – letteralmente – una miniera d’oro.
Non solo: i liquami contengono un’enorme quantità di altri metalli preziosi e rari come, ad esempio, l’argento, il palladio, il vanadio e il rame.
Non sono argomentazioni tratte da una fantastica avventura di Paperon De’ Paperoni ma le affermazioni di uno studio presentato al 249° Meeting Nazionale dell’ACS (American Chemical Society).
“I metalli sono ovunque”, ha spiegato Kathleen Smith, la dottoressa che ha condotto lo studio finanziato dal Programma di Ricerca sui Minerali degli Stati Uniti, “nei prodotti per la cura dei capelli, nei detergenti, persino nelle nanoparticelle utilizzate per evitare cattivi odori nei calzini”.
Qualunque sia la loro origine, rifiuti contenenti metalli di valore finiscono nelle nostre fogne e poi negli impianti di trattamento delle acque reflue.
“La fattibilità tecnica ed economica andrà comunque valutata caso per caso”, ha sottolineato la Smith, “ma se riusciremo a separare i metalli dai fanghi di depurazione, liberando questi ultimi da quei metalli che ne limitano l’utilizzo nell’agricoltura e recuperando quei metalli preziosi che potrebbero essere venduti, la nostra sarà una win-win”. Una doppia vittoria.
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